Dante Alighieri, La Divina Commedia, le Rime, i versi della Vita Nuova e le canzoni del Convivio, Ed. Einaudi, 1954
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La Commedia è il capolavoro di Dante Alighieri, universalmente ritenuta una delle più grandi opere della letteratura di tutti i tempi, ed una delle più importanti testimonianze della civiltà medievale…
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Descrizione
Edizione e Anno | Einaudi, Torino, 1954 | Curatela | Cesare Gàrboli |
Collana | i Millenni, #27/ Parnaso italiano, #2 | Illustrazioni | Tavole illustrate a colori f.t. |
N. Volumi | 1 | Pagine | XXXI + 893 |
Dimensioni | 15 x 22.5 x 5,6 cm. | Peso (senza imballo) | 1,27 kg. |
Descrizione |
L a Comedìa, o Commedia, conosciuta soprattutto come Divina Commedia, è un poema allegorico-didascalico di Dante Alighieri, scritto in terzine incatenate di endecasillabi (poi chiamate per antonomasia terzine dantesche) in lingua volgare fiorentina. Composta secondo i critici tra il 1304/07 e il 1321, anni del suo esilio in Lunigiana e Romagna, la Commedia è il capolavoro di Dante ed è universalmente ritenuta una delle più grandi opere della letteratura di tutti i tempi, nonché una delle più importanti testimonianze della civiltà medievale, tanto da essere conosciuta e studiata in tutto il mondo. La Commedia, pur proseguendo molti dei modi caratteristici della letteratura e dello stile medievali (ispirazione religiosa, scopo didascalico e morale, linguaggio e stile basati sulla percezione visiva e immediata delle cose), è profondamente innovativa poiché, come è stato rilevato in particolare negli studi di Erich Auerbach, tende a una rappresentazione ampia e drammatica della realtà, espressa anche con l’uso di neologismi creati da Dante. Le Rime sono una raccolta messa insieme e ordinata da moderni editori, che riunisce il complesso della produzione lirica dantesca dalle prove giovanili a quelle dell’età matura (le prime sono datate intorno al 1284) divise tra Rime giovanili e Rime dell’esilio per distinguere due gruppi di liriche assai distanti per il tono e gli argomenti affrontati. Le Rime giovanili comprendono componimenti che riflettono le varie tendenze della lirica cortese del tempo, quella guittoniana, quella guinizelliana e quella cavalcantiana, passando da tematiche amorose a giocose tenzoni dallo sfondo velatamente erotico-giocoso con Forese Donati e con Dante da Maiano. La Vita Nova può essere considerata il “romanzo” autobiografico di Dante, in cui si celebra l’amore per Beatrice, presentata con tutte le caratteristiche proprie dello stilnovismo dantesco. Racconto della vita spirituale e della evoluzione poetica del Poeta, resa come exemplum, la Vita Nova è un prosimetro (brano caratterizzato dall’alternanza tra prosa e versi) e risulta strutturata in quarantadue (o trentuno) capitoli in prosa collegati in una storia omogenea, che spiega una serie di testi poetici composti in tempi differenti, tra cui hanno particolare rilevanza la canzone-manifesto Donne ch’avete intelletto d’amore e il celebre sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare. Secondo buona parte degli studiosi, per la forma del prosimetro, Dante si sarebbe ispirato alle razos provenzali (ovvero le “ragioni”) che servivano a spiegare le ragioni da cui scaturivano le liriche; e alla De consolatione philosophiae di Severino Boezio. L’opera è consacrata all’amore per Beatrice e fu composta probabilmente tra il 1292 e il 1293. Il Convivio, dal latino convivium ovvero “banchetto” (di sapienza), è la prima delle opere di Dante scritta subito dopo il forzato allontanamento di Firenze ed è il grande manifesto del fine “civile” che la letteratura deve avere nel consorzio umano. L’opera consiste in un commento a varie canzoni dottrinali poste all’incipit, una vera e propria enciclopedia dei saperi più importanti per coloro che vogliano dedicarsi all’attività pubblica e civile senza aver compiuto gli studi regolari. È pertanto scritta in volgare per essere appunto capita da chi non ha avuto la possibilità in precedenza di studiare il latino. L’incipit del Convivio fa capire chiaramente che l’autore è un grande conoscitore e seguace di Aristotele; questi, infatti, viene citato con il termine “Lo Filosofo”. L’incipit in questo caso spiega a chi è rivolta quest’opera e a chi non è rivolta: soltanto coloro che non hanno potuto conoscere la scienza dovrebbero accedervi…
Indice:
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Note bibliografiche |
Prima Edizione del 1954, nella prestigiosa Collana “i Millenni” / Parnaso italiano; a copertina rigida in tela beige alle fiancate e azzurra ai dorsi, con titoli e fregi dorati al piatto e al dorso; dotata di cofanetto protettivo in tela rigida con illustrazioni a colori alle fiancate; rilegata a filo; stampata su carta opaca di buona qualità e con buone marginature al testo; arricchita da numerose tavole illustrate a colori f.t. |
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Stato di conservazione |
Più che Ottimo [nonostante l’età dell’articolo, non mostra danni strutturali, strappi, segni, mancanze o usure gravi che vadano evidenziate; legature snodate e robuste; copertine rigide in ottimo stato, con spigoli netti, minimi segni di vissuto ai bordi e al dorso, e velature di polvere ai piatti; coste poco impolverate; ingiallimento delle pagine assai ridotto e nella norma per l’età ed il materiale; cofanetto integro e senza cedimenti strutturali, con minimi logorii ai margini, un po’ di polvere ai lati e leggeri ingiallimenti agli interni di fiancata]. |
Informazioni aggiuntive
Peso | 1.27 kg |
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Dimensioni | 15 × 22.5 × 5.6 cm |
Autore/i | Dante Alighieri [1265-1321] |
Edizione | |
Luogo di pubblicazione | Torino |
Anno di pubblicazione | |
Caratteristiche particolari | |
Illustrazioni | |
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Recensioni
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