Simile ad una vasta moderna Odissea, la letteratura decadente è abitata da personaggi che del mitico Ulisse hanno conservato l’ansia di conoscenza e la tensione verso un’Itaca a cui approdare. Ma quell’ansia, che ancora sorreggeva e forniva ali ai romantici, alla fine dell’Ottocento è divenuta angoscia esistenziale, “spleen”, senso di vuoto, e quella tensione faustiana si è perduta.
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«Non è affatto il mio modo di pensare che ha causato la mia rovina, è stato quello degli altri»
(De Sade, Lettera alla moglie)
Perché occuparsi di Sade? La domanda non è poi così impertinente come può sembrare; gli studi sadisti, in questi ultimi sessant’anni, si sono tanto estesi che si direbbe sia ormai impossibile ricavare da quella sentina di vizi, quale l’opera del marchese, nulla più di quanto si sappia. (altro…) Leggi di più
«Deus non sibi potest mortem consciscere, si velit,
quod homini dedit optimum in tantis vitae poenis»
[Plinio Senior, Naturalis Historia II, 5]
Da qualche tempo a questa parte, nel gergo giornalistico e televisivo di molti “intellettuali mediatici”, laici e cattolici, la parola eutanasia è divenuta impronunciabile; quasi colui che osa pronunciarla commetta un peccato mortale, un crimine e sia destinato, in ogni caso, alle voraci fiamme dell’inferno. (altro…) Leggi di più
“Imprigionato” in casa, in particolare nel mio studio, mentre lancio uno sguardo da varie finestre verso un vuoto che nulla pare in grado di colmare, un mondo fantasmatico che mi riporta alla memoria una scena sublime del capolavoro Felliniano “Amarcord” con la musica struggente di Nino Rota; un vecchio si muove circondato da una nebbia fitta e dice tra sè “mo lora s’l’a mort l’è acsì…”, dove nella sua meraviglia inquieta e spaventata recupera attraverso il filtro felliniano un... Leggi di più
Il divenire è qualcosa di troppo sfumato e indeterminato per poter essere colto dalle rigide categorie della logica classica. Mentre queste presuppongono la dicotomia "essere"-"non essere" attraverso l'utilizzo affermativo o negativo della copula ("è", "non è"), il divenire è la sintesi necessaria di entrambi. Tale sintesi non vanifica la logica formale (che funziona solo su entità "ferme" e "identiche a sé stesse" come i concetti), ma la supera. Trascende il suo ambito di applicabilità. Per fare un esempio concreto:... Leggi di più
Dopo le critiche mosse da Hume e da Kant contro le tradizionali prove dell'esistenza di dio, è diventato quasi un luogo comune (sia per i filosofi che per gli uomini della strada) la non dimostrabilità della fede. Molti tra gli stessi credenti - anche nel mondo cattolico – sembrano intellettualmente più vicini a Guglielmo d'Ockham o a Kant che non a Tommaso d'Aquino. Non mancano (e non sono mancati) anche coloro che additano come impresa superba e vanagloriosa pretendere... Leggi di più
Dimostrare l'esistenza di dio e la natura dei suoi attributi è un superbo obiettivo che, nel corso dei secoli, ha tormentato le menti di moltissimi autorevoli pensatori, i quali si sono ingegnati per trovare argomenti che fossero stringenti e atti, se non a convertire, quantomeno a far riflettere anche gli atei più irriducibili. Data la natura viscerale di ogni credenza che trascende la sfera razionale, dio e la religione, forse più di qualsiasi altro argomento, hanno ispirato diatribe e... Leggi di più
Nella società industriale massificata può esistere l'arte autentica?Questo interrogativo ha interessato una parte rilevante del pensiero estetico novecentesco. Adorno, Marcuse, Horkheimer, Heidegger sono tra i principali pensatori che han elaborato sofisticate risposte a questo quesito. Tra questi spicca Walter Benjamin che nel notevole testo L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica del 1936 ha lasciato in eredità un contributo prezioso e raffinato su tale ambito. L'elemento che maggiormente si delineava negli anni Trenta del Novecento riguardava il rapporto tra... Leggi di più
«Il nostro rapporto col mondo, prima ancora di essere un rapporto con le cose, è un rapporto con l'Altro. È un rapporto prioritario che la tradizione metafisica occidentale ha occultato, cercando di assorbire e identificare l'altro a sé, spogliandolo della sua alterità.» Il nucleo tematico della filosofia di Lévinas è una ricerca sulla relazione con Altri come unico sensato orizzonte etico dove l'essere non è, e non può essere, una totalità unitaria a sè stante ma può sostanziarsi solamente come pluralità sociale. "L'essere non è... Leggi di più
Filosofo, insegnante di metafisica, saggista dalla scrittura chiara ed elegante, José Ortega y Gasset nasce il 9 maggio 1883 a Madrid, in un ambiente ricco di stimoli intellettuali. Per dare un'idea dello straordinario clima intellettuale che si respirava in casa Gasset, basti dire che il padre era un giornalista, il nonno materno fondatore e proprietario del più importante giornale liberale dell'epoca (El Imparcial), e quello paterno fondatore di numerose riviste, oltre che opinionista su diversi giornali spagnoli. Infine, lo... Leggi di più
La riflessione morale elaborata da Epicuro costituisce, assieme a quella scaturita dalla scuola filosofica stoica e dai meno organizzati movimenti scettici e cinici, una delle gemme preziose del pensiero ellenistico. Il progetto politico di Alessandro Magno ( 356 – 323 a.C ) aveva portato sconvolgimenti così grandi nella società greca, da provocare la fine di quel che viene denominato dagli storici periodo classico e dar inizio a quello ellenistico. Tale periodo storico interessò il mondo greco nell' arco temporale... Leggi di più
La filosofia di Kierkegaard prende le mosse da una critica rivolta alla sistema hegeliano. Nel complesso ed organico pensiero di Hegel, la singolarità viene ad assumere una posizione irrilevante rispetto alla totalità entro cui si inserisce. Il singolo assume valore solo se lo si considera entro la cornice generale in cui è posto, ma non viene rivestito di una sua autonomia, di una sua particolarità degna di essere analizzata e di divenire il centro di un discorso filosofico. L'individuo... Leggi di più